Info sul sito

rock and roll (rock’n’roll) Genere musicale, nato intorno al 1955 negli USA e di qui diffuso in Europa e nella maggior parte degli altri paesi assumendo, soprattutto presso i più giovani, anche il valore di un fenomeno di costume, come simbolo di malessere e manifestazione di protesta e ribellione. Il r., che nel quadro della musica pop e della tradizione afroamericana ha notevoli affinità con il rhythm&blues e la country music, si è successivamente articolato in vari tipi, caratterizzati dall’accentuazione del ritmo e dei controtempi e dall’utilizzazione di tecniche di amplificazione elettroniche. Tra i principali protagonisti: Chuck Berry, Fats Domino, Little Richard, Elvis Presley

Il rock è il genere musicale sviluppatosi negli anni 1960 come evoluzione del r., in seguito alla diffusione di nuove tecniche elettroniche e all’influenza del beat britannico (➔ beat). La linea di confine che separa il generico ribellismo adolescenziale del r. e la nuova consapevolezza del rock come forma d’arte a sé venne tracciata all’inizio degli anni 1960 da B. Dylan e da gruppi come i Beatles, i Rolling Stones e gli Who. A San Francisco nacque la cosiddetta controcultura: i giovani bianchi della classe media elessero la musica a motivo della loro esperienza esistenziale, scegliendo la vita comunitaria in opposizione alla famiglia tradizionale, condividendo il lavoro della terra e facendo uso di vari tipi di droghe. Il punto più alto della stagione d’oro del rock fu toccato nel 1969 al festival di Woodstock, con artisti come C. Santana, gli Who, J. Hendrix e J. Joplin. In particolare, Hendrix radicalizzò e distorse il suono della chitarra elettrica attraverso performance provocatorie, trasformando lo strumento musicale in una parodia dei cannoni da guerra. Mentre i Doors reinterpretavano il blues con la poesia del loro carismatico leader J. Morrison, in altra direzione si muoveva il rock urbano dei Velvet Underground, primo esempio di unione multimediale tra musica e arti figurative, grazie alle influenze dell’artista A. Warhol. A partire dagli anni 1970, il rock ha continuato a cercare nuove strade: è nato il rock progressivo, contaminazione di un rock che abbracciava di volta in volta jazz, folk e avanguardie colte, i cui massimi esponenti sono stati i Pink Floyd, i Genesis e i King Crimson. Più diretto, ma altrettanto innovativo è stato il glam rock, dove spiccava il gusto per il travestimento e la trasgressione, portato avanti, seppure in differenti direzioni, da artisti quali D. Bowie e i Queen. Se alla fine degli anni 1970 la spinta più innovativa del rock sembrava sul punto di esaurirsi, una nuova ondata (la new wave) ha cominciato a imporsi sulla scena musicale statunitense e britannica, grazie da un lato alla poetessa P. Smith e a B. Springsteen, dall’altro al punk britannico dei Clash e dei Sex Pistols, che ha riportato il rock ad atmosfere e sonorità ruvide e immediate. Gli anni 1980 hanno segnato sempre più l’avvicinamento tra rock e pop, e i confini musicali sono diventati sempre più labili: nel segno della sperimentazione attenta alle nuove tendenze sono rimasti alcuni reduci degli anni 1970 quali P. Gabriel, B. Eno, D. Bowie, nonché band emerse dal punk tra cui i Cure, i New Order, i Police (guidati da Sting) e, successivamente, gli U2. Negli anni 1990 è ritornata la semplicità delle origini grazie al movimento grungedi Seattle, con distorsioni esasperate delle chitarre elettriche, voci urlate, nichilismo e voglia di rivalsa tipici di gruppi quali i Nirvana, che hanno cancellato le sonorità vellutate dei secondi anni 1980, facendo esplodere la riscoperta del rock. Più recentemente, gruppi come i Radiohead hanno fuso un rock diretto ed elettrico con la raffinata sperimentazione digitale, a cavallo tra minimalismo e ricerca. Oggi il rock presenta una serie di epigoni di cui è difficile definire le possibili direzioni: la sorpresa rimane ancora l’elemento fondante del rock.